Parapetti provvisori – Quaderno Tecnico per i cantieri temporanei o mobili.
La scelta dei parapetti provvisori.
Nel Quaderno Tecnico dell’ INAIL“ Parapetti provvisori”, non solo viene presentata la classificazione di tali protezioni secondo la norma tecnica di prodotto UNI EN 13374:2013, ma sono fornite informazioni anche sulla loro scelta, uso, montaggio, smontaggio e manutenzione.
In particolare si indica che la scelta del tipo di parapetto, e del relativo sistema di ancoraggio da adottare in una specifica realizzazione, “dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione dei rischi”.
La scelta deve essere fatta anche in relazione alle istruzioni contenute nel manuale fornito dal fabbricante e comunque tenendo conto di:
- tipo di intervento da eseguire (costruzione, demolizione, manutenzione);
- inclinazione della superficie di lavorazione da proteggere (piana, a debole inclinazione, a forte inclinazione);
- tipo di struttura a cui si potrà ancorare il parapetto provvisorio (cemento armato, muratura, acciaio, legno);
- altezza di caduta del lavoratore”.
Si segnala che la norma UNI EN 13374 “suggerisce la classe di parapetto da utilizzare per diversi angoli di inclinazione della superficie di lavoro e per diverse altezze di caduta Hf. Essa è definita come la distanza verticale fra il punto in cui una persona sta in piedi e il punto più basso del parapetto”.
Ricordando che la classificazione dei parapetti provvisori secondo la UNI EN 13374:2013 divide i parapetti provvisori in tre classi (A, B, C) in base a requisiti prestazionali specificati, il Quaderno Tecnico indica che la classe A “può essere utilizzata fino ad inclinazioni di 10°”.
Mentre la classe B “può essere utilizzata:
- fino ad inclinazioni di 30°, senza limitazione dell’altezza di caduta;
- fino ad inclinazioni di 60° se l’altezza di caduta non supera i due metri”.
Infine la classe C può essere utilizzata:
- fino ad inclinazioni di 45°, senza limitazione dell’altezza di caduta;
- fino ad inclinazioni di 60° se l’altezza di caduta non supera i cinque metri.
Riportiamo dal documento Inail, che vi invitiamo a leggere integralmente, una rappresentazione delle classi di utilizzo per inclinazioni e altezze di caduta diverse:
Montaggio e smontaggio dei parapetti
Il documento fornisce poi utili informazioni per la sicurezza nel montaggio e smontaggio dei parapetti.
Si indica, ad esempio, che prima del montaggio del parapetto provvisorio “è necessario verificare:
- l’ idoneità dell’ancoraggio (materiale base, dimensioni, spessore, ancoranti ecc.);
- le condizioni della superficie di lavoro (presenza di ghiaccio, scivolosità);
- la presenza di vento;
- le condizioni atmosferiche;
- l’applicabilità della procedura o delle istruzioni di montaggio;
- l’idoneità della classe (A, B o C) del parapetto prefabbricato per l’uso previsto;
- l’integrità di tutti i componenti del parapetto provvisorio (assenza di corrosione, assenza di danni ai materiali ed alle saldature, assenza di deformazioni o ammaccature, corretta movimentazione delle parti mobili ed efficacia dei dispositivi di blocco e sblocco);
- la corretta installazione secondo le indicazioni riportate nelle istruzioni di montaggio dal fabbricante”.
E se durante l’uso del parapetto provvisorio è necessario “attenersi alle indicazioni riportate nelle istruzioni del fabbricante”, prima del successivo smontaggio del parapetto è “necessario verificare:
- le condizioni della superficie di lavoro (presenza di ghiaccio, scivolosità);
- la presenza di vento;
- le condizioni atmosferiche;
- l’applicabilità della procedura o delle istruzioni di smontaggio”.
Anche durante lo smontaggio del parapetto provvisorio è comunque necessario “attenersi alle indicazioni riportate nelle istruzioni del fabbricante”. E dopo lo smontaggio “è necessario verificare l’integrità di tutti i componenti (assenza di corrosione, assenza di danni ai materiali e alle saldature, assenza di deformazioni o ammaccature, corretta movimentazione delle parti mobili ed efficacia dei dispositivi di blocco e sblocco) per il possibile reimpiego”.